venerdì 21 dicembre 2012
I precari PA nella Legge di Stabilità 2013
Approvata alla Camera la Legge di stabilità 2013 (21 dicembre 2012) in cui sono contenute alcune indicazioni sui "precari" della pubblica amministrazione. Il provvedimento prevede che si possono prorogare fino al 31 luglio 2013 i contratti a termine "in essere al 30 novembre 2012" che hanno superato il limite dei 36 mesi, comprensivi di proroghe e rinnovi (credo limite dopo il quale si può chiedere l'assunzione come dipendente a tempo indeterminato), subordinatamente però ad un accordo sindacale decentrato, da farsi. Si prevede, inoltre, che nei concorsi pubblici i precari - intendendo quelli che hanno avuto rapporti a tempo determinato con la pubblica amministrazione, maturando almeno tre anni di servizio o alle dipendenze o come co.co.co. dell'amministrazione che emana il bando - avranno una quota riservata che potrà arrivare fino al massimo del 40% dei posti! Insomma si tratta di due provvedimenti fortemente selettivi, diretti ad una quota specifica di lavoratori a termine della pubblica amministrazione.
martedì 18 dicembre 2012
Prossima riunione
La prossima riunione si terrà mercoledì 9 gennaio alle ore 15:00 al terzo piano, stanza Morlicchio - Orientale Caputo.
venerdì 14 dicembre 2012
Il welfare al tempo del deficit comunale
di Giovanni Laino
L’accusa fatta da Roberto Saviano a Luigi De Magistris per l’insensibilità del Sindaco rispetto alla possibile chiusura del centro territoriale Mammuth a Scampia è condivisibile anche se va detto che trova spazio sui giornali soprattutto per la succulenza della polemica fra i due protagonisti. Senza sminuire i meriti del gruppo di esperti educatori che da alcuni anni operano in una sede nella piazza Giovanni Paolo II a Scampia, giustamente concessa all’associazione dal Comune a titolo gratuito, credo che sia necessario aggiustare il tiro.
Ogni settimana girano appelli sulla chiusura a Napoli di un centro, un servizio, un presidio storico in uno dei quartieri più difficili della città, spesso per finanziamenti concessi e non erogati.
mercoledì 12 dicembre 2012
Insegnanti
Vi segnalo la pubblicazione di un nuovo libro sulla condizione lavorative degli insegnanti nelle scuole italiane. Il volume dal titolo Insegnanti ieri e oggi. I docenti italiani tra precariato, alienazione e perdita di prestigio (FrancoAngeli, 2012, pp. 160) è scritto da Elena Gremigni che lavora da precaria all'Università di Pisa. La prospettiva assunta è interessante in quanto basa l'analisi della condizione socio-lavorativa degli insegnanti sull'intreccio di tre dimensioni concettuali: precarietà, alienazione e prestigio sociale.
giovedì 6 dicembre 2012
Prossima riunione
La prossima riunione si terrà martedì 18 dicembre alle ore 16:00 al terzo piano, stanza Morlicchio - Orientale Caputo, con il seguente O.d.G.:
- discussione della traccia di questionario.
Audizione del Ministro
Ieri, 5 dicembre 2012, c'è stata l'audizione alla Commissione parlamentare "Lavoro pubblico e privato" del Ministro per la pubblica amministrazione e per la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, sulle "Problematiche derivanti dal monitoraggio degli esuberi del personale nelle pubbliche amministrazioni". Tra le altre cose, ci sono informazioni rilevanti sulla dimensione del precariato diretto della pubblica amministrazione e delle loro prospettive di espulsione per il prossimo futuro.
sabato 1 dicembre 2012
ACCETTANO DI TUTTO!
Nel corso dell'ultimo scambio di opinioni via e.mail è emersa - in relazione al tema dell'occupazione dei giovani e della condizione di precarietà - la questione del "mismatch" lavorativo con riferimento alle persone con elevati titoli di studio. Su questo tema vi segnalo questa recente intervista realizzata da Barbara Bertoncin e Francesco Ciafaloni ad Adriana Luciano (Università di Torino), pubblicata sul sito di "Una Città" (UNA CITTÀ n. 198 / 2012 Novembre), con il titolo "Accettano di tutto!", presentata così:
"Il mismatch, cioè lo sfasamento tra offerta di laureati e domanda del mercato, va visto nel dettaglio; la coerenza dell’area sanitaria e invece l’incoerenza, non necessariamente negativa, delle aree umanistiche; giovani appena laureati che pur di lavorare rischiano l’intrappolamento nella precarietà".E' rilevante per il nostro studio che per l'area sanitaria - come abbiamo già commentato nella nostra ultima riunione - questo problema è molto più limitato; di conseguenza per questa area il problema di identificazione soggettiva e sociale degli operatori sanitari (a vari livelli) e della loro rappresentanza, è più circoscritto.
venerdì 30 novembre 2012
Conversazioni sui criteri di selezione dei soggetti da intervistare
La definizione dei criteri da seguire nella selezione dei soggetti da intervistare ha dato il via ad una vivace discussione sulle motivazioni alla base di tali scelte e sulle tematiche della ricerca in generale. Di seguito alcuni stralci della conversazione -avvenuta via posta elettronica- ricchi di spunti e di osservazioni di cui è bene tenere memoria.
da
Stefano:
Cari amici,
concordo con i criteri Pirone/Rebeggiani,
ma con una specificazione: non vedo la necessità di preferire (punto 2) quanti
abbiano avuto una pluralità di tipologie contrattuali a chi, ad es., ne abbia
avuto solo una. Non è la modalità contrattuale ciò che ci interessa, ma la
natura atipica (come definita sub 1).
da
Francesco:
Caro Stefano
concordo con la tua osservazione; un
giovane con un'esperienza di lavoro atipica e precaria ci interessa. Questo
tipo di giovane lavoratore non può essere escluso e dobbiamo rilevare anche
questo tipo di traiettoria ed esperienza; la condizione 2 è stata introdotta
per fare uno sforzo aggiuntivo per trovare traiettorie professionali atipiche
un po' più articolate, da qui poi anche l'idea di preferire giovani un po'
avanti con l'età, senza escludere gli altri. Resta necessario il criterio 1,
orientativi quelli successivi.
da Giustina:
(…) In
merito ai criteri mi pare chiarissimo quello che avete scritto e utile
ovviamente, mi resta però la perplessità che non sono forse riuscita bene ad
esprimere fino ad ora rispetto a quello che fin dall'inizio Francesco ci
propone di studiare. Io penso infatti che studiare/cercare soggetti con Esperienza
lavorativa atipica con la pubblica amministrazione locale, significhi
operare una scelta di campo molto chiara, ossia studiare di fatto i profili
medio alti, laureati nella maggior parte dei casi, al massimo, pochi, diplomati,
questo va benissimo perché so bene che la precarietà odierna riguarda anche
questo tipo di soggetti, ma non sono però esattamente quelli che io immaginavo
dovessimo osservare e raccontare in virtù di una così forte caratterizzazione
del nostro territorio. O per lo meno non sono i soli che io volevo capire. Non
so se riesco a spiegarmi ma io pensavo che la nostra dimensione territoriale -
Napoli o l'area metropolitana di Napoli fa poca differenza da questo punto di
vista - implicasse la realizzazione di una ricerca che a partire da
quello che abbiamo sempre pensato sul mezzogiorno, dovesse andare a vedere che
faccia avesse oggi e dove fosse collocata quell'offerta di lavoro che un tempo
chiamavamo zoccolo duro della disoccupazione e che buttata dalla porta
della pubblica amministrazione - perché il privato nel territorio non c'è -
rientrava dalla finestra, ed erano pure i più fortunati. Insomma forse mi ero
fatta come Francesco un mio percorso di ricerca che cercava di soddisfare una
mia curiosità però volevo dirvela perché penso che emergerà alla fine del
lavoro che è di questo tipo di precarietà non rappresentata che ci siamo
occupati.
Infine
se devo tradurre in pratica quanto indicato nei criteri allora ad esempio
rispetto al comune di Napoli rientrano nella categoria di soggetti che hanno
avuto un rapporto diretto di lavoro atipico con la pubblica amministrazione
anche gli architetti di cui abbiamo parlato tanto tempo fa e che avevamo
escluso? Invece, e lo dico sempre per capire se ho capito, gli LSU ancora in
relazione con Comune (pochi) e con regione (di più) non li prendiamo?
Ciò
detto penso di partire dal cercare un po' di persone che abbiano avuto a che
fare con l'ampia realtà dell'assistenza tecnica alla regione Campania.
da Enrica:
Penso
che Giustina abbia toccato un punto importante. Va bene se studiamo un segmento
non troppo specifico della realtà locale – e proprio per questo poco studiato
– ma dobbiamo essere consapevoli della scelta. Poi stiamo sempre attenti
a non studiare i percorsi lavorativi soltanto: non è questo l’oggetto della
ricerca.
noi
dobbiamo capire chi e se li ha rappresentati nelle varie tappe del loro
percorso
da Francesco:
Concordo
con Giustina che i criteri utilizzati ci portano ad individuare prevalentemente
persone con titoli di studio medio-alti (diplomati a salire e anche oltre la
laurea), meno gli LSU. Questo, però, rientra anche in una prospettiva di
ricerca che tenta di distinguere i precari nel senso attuale del termine dal
"precariato storico" degli enti locali e della ridefinizione del
problema della rappresentanza. Può essere un modo per approcciare la questione,
ma ovviamente non esclusivo, lo dice Giustina stessa.
Questa
prospettiva ha interesse in relazione al dibattito sul società della
conoscenza, delle nuove professioni legate ai settori della conoscenza, e delle
nuove modalità di impiego atipiche (logiche miste dipendenza
autonomo/professionale imprenditorialità) anche dal punto di vista contrattuale
(collaborazioni, la forma atipica per definizione e più problematica in termini
di rappresentanza) e su presunte centralità di certi ceti professionali. Si
entra per questa via sul dibattito sul postfordismo, sulla individualizzazione,
sulle diverse prospettive teoriche emergenti (società in rete, società
dell'informazione, società della conoscenza...). La specificità del contesto
napoletano, poi, è legata all'estensione delle occupazioni private e nel
pubblico che coinvolgono queste figure professionali (pensiamo ad esempio
a quello che ci ha detto Benassi della sua ricerca). Queste figure
professionali sono rilevanti rispetto al tema della rappresentanza perché
riguardano: a) la natura del lavoro (presunta nuova, rinnovata in parte,
completamente innovativa in altre parti, per esempio in relazione alle
tecnologie), b) le forme occupazionali (fuori dalla logica del lavoro
dipendente); c) e la difficoltà del sindacato tradizionale rispetto a questi
soggetti. Questa prospettiva, inoltre, ci permette di evitare di guardare gli
"ultimi", ma di guardare al ceto medio o meglio alla crisi del ceto
medio, alla sua fragilizzazione e alle forme della rappresentanza.
Interessante?
Faccio
alcune osservazioni sul titolo di studio:
-
alto titolo di studio, non significa profilo professionale elevato
(accreditamento formale e competenze effettive);
-
c'è, poi, il problema della corrispondenza al titolo di studio dell'inquadramento
professionale e del contenuto del lavoro - elementi da verificare sul campo -
(tesi della overeducation)
- ma
anche della corrispondenza in termini di contenuto tra quello che si è studiato
e quello per cui si viene impiegati (tesi del mismatch)
Il
dibattito è molto articolato e chiama in campo, però, la tematica della ruolo
dell'istruzione nella società contemporanea in termini di mobilità sociale o,
da altra prospettiva, come forma di garanzia individuale da processi di
"squalificazione" sociale... interessante?
Non
è il punto di vista sugli ultimi... ma la precarietà - mi sembra, ma cerco
conferma - acquista valore euristico se riesce a far emergere un mondo sociale
che non è quello dei poveri e dei lavoratori poveri e dei problemi di
riconoscimento e rappresentanza. Non ne sono certo, ma aspetto di confrontarmi
con voi.
Comunque
questa mi sembra essere la pista di discussione che può portarci a raffinare le
nostre elaborazioni.
da Giustina:
Ok,
mi hai convinto, io resto legata - anche per questioni anagrafiche e di
frequentazione - ad una visione che parte da quelle figure e quei percorsi che
da sempre mi hanno interessato (scientificamente e politicamente) e che sono
quelli ai margini, il vecchio che non siamo stati capaci di risolvere, però io non
intendevo necessariamente gli adulti maschi capifamiglia senza titolo di
studio, io pensavo anche e soprattutto a giovani più o meno qualificati (in
maniera media) che per collocazione di classe di appartenenza, per strumenti
culturali poveri (hanno il diploma ma un analfabetismo di fatto) e povertà di
territorio in cui vivono non hanno la capacità di accedere a quelle strade a
cui stai pensando tu. Tuttavia concordo, che oggi questi rappresentano solo un
pezzo (ma come tutti, pensiamo a dei pezzi della realtà, sono pezzi, anche come
abbiamo entrambi detto, quelli a cui pensi tu e via dicendo) e in questo senso
nel chiarirmi progressivamente le idee mentre parliamo direi che per me in una
ricerca ideale oggi a Napoli andrebbe studiata la compresenza e i punti
di contatto e di distanza fra la precarietà dei padri e quella dei figli,
perché credo che molte cose si scoprirebbero: che la seconda si mantiene
sulla prima, che la rappresentanza i secondi non la cercano e i primi non
l'hanno trovata e via dicendo, nella mia idealtipica ricerca a Napoli.
Detto questo io per prima quando ho lavorato sulle coppie flessibili ho
intercettato solo giovani dal diploma in su (e oltre la laurea) e ho capito e
scritto che il solo titolo di studio non indica niente in termini di profilo
professionale poiché è il concorrere di molti fattori che definisce la
posizione lavorativa occupazionale e personale (e quindi la precarietà) dei
soggetti: capitale sociale, familiare, economico e culturale intrecciato alle
reti che in questo modo ti puoi costruire fanno di te uno inserito in un
percorso in cui le competenze e le diverse esperienze lavorative formano una
traiettoria che definisce un profilo o una vita disgraziata in cui niente si
cumula con niente ed in cui i temi della overeducation o dello spiazzamento la
fanno da padrone. E' per questo che mi permetto di citarmi nella suddetta
ricerca dal diverso intrecciarsi di questi elementi veniva fuori la possibilità
di articolare la precarietà in cinque dimensioni che non tutti i soggetti
esperivano (precarietà del lavoro, dell'occupazione, abitativa, economica e
esistenziale).
Sul
punto ruolo della scuola siamo ad un altro tema che svetta nel capitolo 'i miei
temi di ricerca a Napoli se avessi soldi' non solo la mobilità sociale ma anche
l'intreccio fra scuola, il tema della valorizzazione del capitale umano e
- come abbiamo detto nella tesi di dottorato di Emanuele - riproduzione
istituzionale delle diseguaglianze attraverso di essa, che vuol dire legare e
leggere queste alle scellerate recenti scelte di politiche del
lavoro.
da
Giustina:
(…) Volevo solo aggiungere che
riflettendoci non è solo la precarietà dei padri e quella dei figli che appare
interessante confrontare in questa città ma anche quella degli stessi figli che
in parte continuano ad essere esclusi e marginali come i padri e in parte
mostrano le caratteristiche della esclusione e marginalità definita dalla
flessibilità: insomma il tema mi pare la diversità della/nella precarietà.
Sempre coscienti come dice Enrica che di questi l'aspetto centrale deve sempre
essere come sono e se lo sono rappresentati.
da Francesco:
Cara Giustina
hai fatto bene a segnalarci di
recuperare la tua recente ricerca sulle coppie flessibili che è utile e
necessaria per la ricostruzione del contesto d'indagine e per recuperare le
categorie analitiche che già hai utilizzato, teoricamente ed empiricamente, e
che ci tornano utili per leggere e interpretare i casi empirici quanto fare le
interviste.
E' poi molto intrigante la prospettiva
generazionale per la comprensione dell'evoluzione della precarietà; discorso
analogo e ancora più pertinente vale per la rappresentanza.
da Valentina a Giustina:
entro nel merito ma solo un po' ché preferisco
riparlarne di persona: a me la proposta di Francesco piace.. sarà che è più
riflettuta e quindi ben argomentata, sarà che guarda a un target a cui mi sento
particolarmente vicina, sarà che la vedo concreta e realizzabile, con tutte le
difficoltà che ci siamo dette.. tutta la questione sulla difficoltà di
capitalizzazione della formazione, sullo scollamento tra titoli e professione,
sul ruolo dell'istruzione in termini di mobilità sociale mi sembra molto
attuale ed interessante. Capisco la sua attenzione alle specificità del territorio
ma come forse ci siamo dette altre volte la mia paura è che guardare sempre e
solo alle "vecchie" precarietà ci fa sfuggire le nuove e diverse e
forse chi lo sa anche specifiche del territorio nuove forme di precarietà che
forse punti di contatto con le precedenti non ce le hanno neppure ma non per
questo sono meno gravi, meno invasive e mi viene da dire meno invalidanti.....
insomma, ma è solo una provocazione, sono più precaria, e più povera e meno
rappresentata, io o il mio alter ego che 40 anni fa cuciva i guanti in uno
scantinato per poche lire al mese?
da Giuseppe a Giustina:
Ho appena finito di leggere la
conversazione e credo che la questione da lei posta sia centrale, soprattutto
se si tratta di un Prin che ha per oggetto la rappresentanza dei non
rappresentati a NAPOLI. Io penso che guardare al ceto medio, alla sua
fragilizzazione e alle forme della rappresentanza significhi occuparsi di un
segmento di lavoratori che vive si la precarietà e la drammaticità delle condizioni
di vita e di lavoro che essa comporta ma che è ben lontana da quella precarietà
che invece interagisce con meccanismi di esclusione di diversa natura e che qui
a Napoli sembra essere quella più diffusa. I suoi effetti sono spesso
disastrosi e gli interessi delle persone che la subiscono non hanno trovato e
non trovano ancora alcuna forma di rappresentanza. Coloro che la vivono non
sono gli ultimi. Gli ultimi sono ancora lontani e interessano a pochi.
giovedì 29 novembre 2012
Criteri per le interviste
Nell'ultima riunione ci eravamo proposti di mettere per iscritto quali fossero i criteri per scegliere le persone da intervistare, è uscito il testo che segue, e si è avviata anche una discussione che riporteremo più sotto.
Prin 2009
Criteri per
selezionare i soggetti da intervistare:
Criterio 1.
Esperienza lavorativa atipica con la pubblica amministrazione locale.
È il criterio fondamentale di selezione, il soggetto
da intervistare deve avere o aver avuto una significativa esperienza
professionale atipica (diversa dal lavoro dipendente a tempo indeterminato),
direttamente o indirettamente, con la pubblica amministrazione a Napoli.
In particolare:
- La
significatività dell’esperienza va valutata in relazione alla percezione soggettiva dell’intervistato,
al riconoscimento sociale che tale
esperienza ha da parte dei mediatori al campo di ricerca che segnalano i
soggetti da intervistare, e infine alla valutazione
da parte dell’intervistatore del peso che tale esperienza ha avuto sul
complesso del percorso professionale della persona incontrata. Detto in altro
modo non ci interessano casi in cui questa tipo di occupazione ha rappresentato
un episodio incidentale o marginale di un percorso professionale che si è
sviluppato perlopiù in altri ambiti;
- Le esperienze
indirette di rapporto professionale con la pubblica amministrazione fanno
riferimento ai lavori svolti per la pubblica amministrazione, ma avendo un
rapporto di lavoro atipico con un soggetto terzo: ad esempio società in
appalto, società di consulenza, società che gestiscono progetti e attività per
la pubblica amministrazione (valutazioni, monitoraggi, assistenza tecnica,
servizi di supporto…), convenzione, contracting
out, outsourcing in genere;
- La pubblica
amministrazione va intesa – almeno in prima istanza – come enti pubblici locali
(Comune, Provincia, Regione) e strutture collegate di amministrazione. Almeno
in un primo momento non consideriamo le società di scopo o partecipate.
- Per Napoli si
intende l’area metropolitana e le persone che noi intervistiamo hanno svolto
lavori in quest’area. Non ci interessa se eventualmente risiedessero altrove.
2. Tipo di percorso
lavorativo: soddisfatto il criterio 1, si preferiscono i soggetti
che hanno avuto più di un’esperienza lavorativa, preferibilmente con una
traiettoria professionale articolata in termini di posizioni occupazionali, e/o
diversificazione contrattuale e/o di diversi datori di lavoro/committenza.
3. Caratteri
socio-anagrafici: è preferibile puntare a soggetti nelle classi d’età
da “giovani adulti” (ad esempio tra i 27 e 40) per intercettare soggetti che
siano fuori dal sistema formativo e gravitino sul mercato del lavoro da un
certo periodo di tempo; d’altra parte è più probabile trovare soggetti con
percorsi professionali atipici articolati dopo i 30 anni e non oltre i 50 anni.
Sarebbe opportuno, poi, nel procedere della selezione dei soggetti da
intervistare di tener conto del genere (bilanciando maschi e femmine), del grado
di istruzione, delle forme contrattuali esperite.
giovedì 22 novembre 2012
Caponero Capobianco
Vi segnalo il minidoc sul caporalato in agricoltura realizzato dal collettivo ZaLab
www.zalab.org/newsite/short-doc/caponero-capobianco (Novembre 2012)
www.zalab.org/newsite/short-doc/caponero-capobianco (Novembre 2012)
Futuro interrotto
Vi segnalo il webdocumentario "Futuro interrotto" di Riccardo Staglianò con l'Academy di Repubblica. Si tratta di un prodotto interessante non soltanto per il suo contenuto che ci interessa per la nostra ricerca, ma anche per il formato innovativo, visto che si sperimentano modalità nuove di realizzare documentari sfruttando le opportunità offerte dal web.
martedì 13 novembre 2012
Clash City Workers
Oggi nei vicoletti intorno alla Facoltà si vedevano i manifesti della campagna Subvert IKEA. Si tratta di un'iniziativa del collettivo Clash City Workers che consiste in una campagna di bombardamento mediatico contro IKEA. L'iniziativa nasce a seguito della vertenza e del conflitto che sono scoppiati nella sede di Piacenza e che coinvolge i lavoratori dell'indotto e si pone due obiettivi: a) evitare che la vertenza scompaia rapidamente nella comunicazione pubblica; b) allargare la partecipazione alla lotta. Il collettivo Clash City Workers è un movimento attivo nell'area metropolitana di Napoli e che partecipa, organizza e condivide i conflitti del lavoro del territorio.
giovedì 8 novembre 2012
Il luogo e l'organizzazione
Segnalo l'iniziativa della CGIL di Firenze che ha inaugurato un nuovo spazio dedicato ai giovani e ai precari che si chiama PLAS La casa dei mille lavori. L'iniziativa è coordinata dal dipartimento della CGIL per le politiche giovanili e si pone l'obiettivo di creare uno spazio di informazione, aggregazione e organizzazione di lavoratori che - in relazione al tipo di lavoro e/o del rapporto contrattuale - sono frammentati, isolati e dispersi. In questa esperienza c'è un richiamo esplicito alla tradizione delle Camere del Lavoro, ma anche una rivalorizzazione dello spazio fisico come variabile rilevante per l'aggregazione e l'organizzazione dei lavoratori, non sostituibile dagli spazi virtuali offerti dal web 2.0 e dalla comunicazione offerta dei nuovi media. Iniziative analoghe sono state avviate a Bergamo, Padova e Lecce.
Video inaugurazione Plas. La casa dei mille lavori.
Video inaugurazione Plas. La casa dei mille lavori.
lunedì 5 novembre 2012
Prossima riunione
La riunione di martedì 20 è anticipata a lunedì 19 novembre alle ore 10:30 al terzo piano, stanza Morlicchio - Orientale Caputo.
sabato 3 novembre 2012
Co.Co.Work
Il 24 e 25 novembre 2012, il collettivo Quintostato presso il Teatro Valle Occupato a Roma è stato organizzato un evento - Co.Co.Work - che prevede incontri, laboratori e workshop su tematiche di nostro interesse: autorganizzazione del lavoro indipendente, Cooperazione, Mutualismo, Condivisione di saperi, Diritti e tutele di lavorati autonomi, freelance, precari, intermittenti, atipici, partite Iva e microaziende. Ai laboratori parteciperanno le esperienze di cowork Lab121 di Alessandria, Re Federico Co-work di Palermo, SPQwoRk e Cowo360 di Roma, Multiverso di Firenze, Tool Box di Torino. Ci saranno alcuni interessanti nuovi sindacati dei lavoratori autonomi - come "Strade" Sindacato Traduttori Editoriali - che sperimentano nuove forme di mutualismo socio-sanitario; e poi i teatri, gli atelier, gli spazi sociali e le esperienze artistiche impegnate nella sperimentazione di nuovi modelli di politica culturale, economica, territoriale nelle nostre città.
giovedì 1 novembre 2012
Prossima riunione
La riunione di mercoledì 7 novembre è anticipata a lunedì 5 novembre alle ore 15:00 al terzo piano, stanza Morlicchio - Orientale Caputo.
giovedì 25 ottobre 2012
Il futuro del quotidiano
Su indicazione di Enrica Morlicchio, vi segnalo il nuovo volume curato da Ota De Leonardis e Marco Deriu dal titolo "Futuro del quotidiano. Studi sociologici sulla capacità di aspirare" (Egea, 2012); dal sito dell'Editore è possibile scaricare l'indice e l'introduzione dei due curatori del volume.
Flessibilmente giovani
Vi segnalo la pubblicazione con Il Mulino di un nuovo libro di Sonia Bertolini dal titolo "Flessibilmente giovani. Percorsi lavorativi e transizione alla vita adulta nel nuovo mercato del lavoro" che parte dalla domanda di ricerca: Quali conseguenze ha avuto la flessibilizzazione del mercato del lavoro sulla vita dei giovani, sui loro percorsi professionali, sui loro modi e tempi di diventare adulti e di fare famiglia? Bisogna leggerlo per comprendere se e in che modo può essere utile per le nostre ricerche.
mercoledì 24 ottobre 2012
venerdì 19 ottobre 2012
Storie Precarie
Vi segnalo che il 7 ottobre scorso sono stati presentati al Festival della rivista "Internazionale" a Ferrara i risultati dell'inchiesta "Storie precarie". Si tratta di un'indagine sul precariato promossa dalla CGIL e dalla rivista Internazionale, coordinata dal prof. Patrizio Di Nicola della Sapienza Università di Roma. In rete è disponibile l'Executive Summary della ricerca.
sabato 13 ottobre 2012
giovedì 4 ottobre 2012
Prossima riunione
La prossima riunione si terrà martedì 9 ottobre alle ore 13:00 al terzo piano, stanza Morlicchio - Orientale Caputo, con il seguente O.d.G.:
- attività di lavoro sul campo in ottobre;
- riunione generale a Napoli di fine ottobre.
domenica 23 settembre 2012
lunedì 17 settembre 2012
Prossima riunione
La prossima riunione si terrà martedì 25 settembre alle ore 10:30 in aula dottorandi, con il seguente O.d.G.:
- attività di lavoro sul campo in ottobre;
- riunione generale a Napoli di fine ottobre.
martedì 10 luglio 2012
giovedì 28 giugno 2012
IndustriALL Global Union
Il 20 giugno 2012 è stata costituita a Copenhagen IndustriALL Global Union, la nuova federazione sindacale internazionale che nasce dalla fusione di tre grandi federazioni internazionali: quella dei sindacati metalmeccanici, chimici e tessili. Si tratta di un soggetto che unisce 50 milioni di iscritti, distribuiti in 140 paesi e che cerca di mettersi al passo con l'organizzazione globale della produzione seguendo le catene globali del valore [VIDEO]. Dopo due anni di lavori costituenti che hanno visto impegnati i gruppi dirigenti nazionali, si è arrivati alla votazione in assemblea tra il 18 e il 20 giugno dello Statuto e del Piano d'azione.
Dei dieci punti che riguardano il Piano d'azione di IndustriALL uno è specificamente dedicato alla lotta alla precarietà con questa piattaforma programmatica (estratto dal piano d'azione, nella traduzione di Carlo Bertoni):
lunedì 18 giugno 2012
lunedì 11 giugno 2012
Insegnanti e sindacato
Suggerisco al gruppo che si sta occupando del rapporto tra insegnanti precari e sindacato, un capitolo del libro - che probabilmente avranno già consultato - curato da Alessandro Cavalli e Gianluca Argentin, Gli insegnanti italiani: come cambia il modo di fare scuola. Terza indagine dell'Istituto IARD sulle condizioni di vita e di lavoro nella scuola italiana (il Mulino, Bologna, 2010) dedicato alla partecipazione sindacale e associativa degli insegnanti in Italia:
Giorgio Sciotto
LA PARTECIPAZIONE SINDACALE E ASSOCIATIVA
Giorgio Sciotto
LA PARTECIPAZIONE SINDACALE E ASSOCIATIVA
- Le forme di rappresentanza
- La partecipazione associativa
- La partecipazione sindacale
- Tassi di iscrizione ad associazioni e sindacati
- Le caratteristiche degli iscritti
- Il sindacato si addice ai docenti
venerdì 11 maggio 2012
The Precariat: The New Dangerous Class
Indicazioni bibliografiche. Oggi mi confrontavo con uno dei coordinatori nazionali del movimento "il nostro tempo è adesso" che è collaterale alla CGIL e si propone di organizzare i precari per gruppi professionali omogenei (lasciatemi passare la semplificazione) e mi suggeriva una lettura che - a suo avviso - sta influenzando molto il dibattito interno ai movimenti di precari organizzati. Si tratta del libro di Guy Standing dal titolo The Pracariat. The New Dangerous Class (Bloomsburt, 2011). Il libro è integralmente consultabile sul sito dell'editore (scheda "Read"). L'autore è anche uno degli animatori del progetto Basic Income Earth Network (BIEN). Credo che sia interessante per la nostra ricerca perché si pone la domanda di quale rappresentanza politica sia più attraente per le persone che hanno un'occupazione instabile.
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mercoledì 9 maggio 2012
Prossima riunione a giugno
La proposta è quella di un seminario interno centrato soprattutto sul dimensionamento teorico del progetto, sui concetti di base, sulla rappresentanza.
La data cadrà nella prima metà del mese di giugno.
Il prossimo impegno è invece quello di un incontro con una esponente della precedente amministrazione comunale di Napoli che verrà invitata a illustrare le politiche del personale. Un incontro simile sarà programmato con un esponente della Regione.
Qui di seguito c'è lo spazio per un resoconto della riunione, se volete nei commenti.
Al termine si è registrata una moderata soddisfazione tra i partecipanti, ma come è noto si trattava di un pomeriggio di maggio.
giovedì 3 maggio 2012
Riunione
Agenda. Abbiamo concordato che la prossima riunione del gruppo di ricerca per il PRIN è fissata per mercoledì 9 maggio, alle ore 14:00. Appuntamento presso la stanza di Stefano Boffo.
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