venerdì 1 febbraio 2013
A proposito di lavoro precario in USA
Nella due giorni seminariali a Roma abbiamo ascoltato tante cose, alcune di grande interesse, molte sollevavamo dubbi, domande e anche qualche perplessità, ma la formula organizzativa non ha consentito un confronto all'altezza degli spunti di discussione che di volta in volta emergevano. Tra le cose dette, ad esempio, se ricordo bene da parte dello stesso Guglielmo Meardi (ma vale anche per le cose dette da Pirro), si è sostenuto - semplifico - che per il contesto statunitense non ha molto senso parlare di lavoro precario. Al contrario, a mio parere anche nel contesto USA - nonostante le sue specificità - si tratta di un tema che ha assunto una cerca rilevanza proprio negli ultimi anni. A testimonianza di questa mia convinzione vi segnalo l'articolo "Precarious Work, Insecure Workers: Employment Relations in Transition" di Arne L. Kalleberg, pubblicato nell'American Sociological Review (vol. 74, n. 1, 2009, pp. 1-22) e che riprende il "2008 American Sociological Association (ASA) Presidential Address".
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