martedì 29 dicembre 2015

Diritti e salari: intervista a Ruth Milkman

Sull’inserto del Corriere della Sera «La Lettura» del 27 dicembre 2015 è stata pubblicata un’intervista di Carlo Baroni a Ruth Milkman (CUNY Graduate Center, New York), realizzata a Milano, dove la sociologa americana è intervenuta alla conferenza internazionale Precarious & Unrepresented. New workers facing the deficit of rights and social representation il 16 dicembre 2015 all’Università di Milano-Bicocca.

Diritti e salari, il lavoro è cambiato Siamo tornati indietro di un secolo. Parla la sociologa americana Ruth Milkman: negli Stati Uniti vince il fondamentalismo del mercato. Colpa delle tre D: deregulation, deindustrialization, deunionization
di Carlo Baroni

martedì 15 settembre 2015

Il libro «Rappresentare i non rappresentati»

Le ricerche del progetto PRIN 2009 “Soggetti a scarso livello di organizzazione e istituzioni di rappresentanza” hanno portato ad una nuova raccolta di saggi a cura di Fabrizio Pirro ed Enrico Pugliese E. dal titolo Rappresentare i non rappresentati, pubblicata da Ediesse (Roma, 2015, pp. 248 - ISBN 978-88-230-1977-5). Dalla quarta di copertina si legge: «Una riduzione sistematica dell'occupazione industriale, soprattutto nella grande industria, e una progressiva destrutturazione delle figure professionali, in fabbrica e fuori, sono andate consolidandosi nella fase più avanzata dello sviluppo industriale, quella del fordismo. Il contesto italiano è rappresentativo delle generali trasformazioni del mercato del lavoro con le relative implicazioni per le relazioni industriali, in una situazione caratterizzata da una riduzione della densità sindacale, dovuta sia a fattori strutturali (riduzione dell'occupazione in fabbrica) sia a fattori politici e culturali (disaffezione), oltre che da una crescita del numero di lavoratori che hanno difficoltà ad essere rappresentati dal sindacato. I lavoratori non standard oggetto dell'approfondimento sono sia lavoratori dipendenti, sia lavoratori autonomi, sia figure complesse appartenenti a quello che è stato definito il popolo delle partite Iva. Nei diversi saggi che compongono il volume si è focalizzata l'attenzione da una parte sui cambiamenti nella struttura dell'occupazione e sui nuovi bisogni di rappresentanza che ne conseguono, dall'altra sui rapporti tra i nuovi soggetti presenti nel mercato del lavoro e le istituzioni di rappresentanza, alla luce del forte intreccio che connette questi due fenomeni».

mercoledì 28 gennaio 2015

Una carta dei diritti del precariato

Dopo il successo mondiale del volume The Precariat: The New Dangerous Class (Bloomsbury, 2011), Guy Standing torna sull’argomento con un nuovo volume focalizzato, questa volta, sulla definizione di una carta dei diritti del precariato. Il volume A Precariat Charter. From Denizens to Citizens (Bloomsbury, 2014) - non ancora tradotto in italiano - esplicita fin dal titolo l’obiettivo di Standing di provare a definire uno “statuto” del precariato con il fine di ricostruire la cittadinanza dei lavoratori precari. Ampiamente nota è la tesi di Standing sull’emergere di un nuovo soggetto politico, il precariat appunto, espressione con cui fa riferimento ad un attore sociale svantaggiato, sul piano della condizione materiale e della protezione sociale,  in grado di auto-riconoscimento, di presentarsi come soggetto collettivo e di mobilitarsi per rivendicazioni politiche; il “precariato” viene quindi inteso come un soggetto emergente che potrebbe diventare una classe politica in grado di mobilitarsi per l’allargamento dei diritti sociali e, più in generale, contro lo sviluppo capitalistico neoliberista. In questo nuovo lavoro Standing si sofferma sui contenuti della rivendicazione e della mobilitazione del “precariato”. Il testo analizza le condizioni che hanno portato alla negazione dei diritti - sociali, economici, politici - generando una condizione di disuguaglianza, insicurezza e subalternità politica e poi discute ampiamente le condizioni di ri-costruzione di una nuova cittadinanza a partire dal riconoscimento di libertà, uguaglianza e solidarietà. La pubblicazione del volume è stata accompagnata da una nuovo grande dibattito globale. Sul nuovo volume-programma di Standing, Michael Burawoy ha scritto:
«Building on the success of his much-discussed The Precariat, Guy Standing has now elaborated a brave and imaginative program that could bring protection to the denizens of the world and save us all from the destructiveness of neoliberal capitalism. A terrifying catalogue of destitution and dispossession».
In Italia - con qualche eccezione - la proposta di Standing non è ancora entrata nel dibattito pubblico e rimane per ora all’attenzione di una nicchia limitata di studiosi, nonostante la rilevanza del tema, visto anche l’orientamento delle politiche del lavoro nazionali.

lunedì 6 ottobre 2014

Informazione e mobilitazione degli insegnanti precari: il caso Facebook

Pubblicato un nuovo numero della serie Working Papers Faro. Il numero 2 del 2014 è a firma di Marco Piciocchi, con il titolo Informazione e mobilitazione degli insegnanti precari: il caso Facebook. Riprendendo le parole dell'autore: «La ricerca qui presentata si propone di analizzare e di definire nuove forme di organizzazione e di mobilitazione che i lavoratori mettono in campo per ovviare a quelli che sono percepiti dai soggetti agenti come vuoti o carenze di rappresentanza da parte dei sindacati. Si è scelto, così, di concentrare l’attenzione sui social networks, ed in particolare su Facebook, a partire dalla partecipazione che in esso esprime una specifica categoria professionale, quella dei docenti precari impegnati nella scuola pubblica».

Tutela contro la precarietà nel mercato del lavoro secondo Colin Crouch

Nell'ultimo libro scritto da Colin Crouch Quanto capitalismo può sopportare la società (Laterza, 2014) viene affrontato anche il tema delle tutele contro la precarietà. Sul sito dell'Editore si può leggere l'estratto che focalizza l'attenzione su tale questione:
Si può affermare che una persona abbia un impiego sicuro nel mercato del lavoro se ha una probabilità scarsa o nulla di perderlo e doverlo sostituire con un impiego di livello inferiore. Ma questa certezza significa godere di protezione nell’ambito di un impiego o di un’organizzazione presso la quale si è assunti, oppure nutrire fiducia nell’esistenza di una buona offerta di posti alternativi e altrettanto promettenti, oltre che nella possibilità di accedervi e nella disponibilità di assistenza durante il periodo di transizione, qualora si perda effettivamente l’impiego? La differenza è fondamentale per i dibattiti in corso sulle politiche in materia di sicurezza del lavoro, ed esemplifica con chiarezza anche la differenza tra socialdemocrazia difensiva e assertiva.
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mercoledì 10 settembre 2014

Diffusione del lavoro atipico e crisi della rappresentanza sindacale

Il 29 settembre, alle 10, presso l'aula Ovale del Dipartimento di Scienze Sociali, si svolgerà il workshop "Diffusione del lavoro atipico e crisi della rappresentanza sindacale". Il programma prevede quattro relazioni: l'intervento di Federico Chicchi (Università di Bologna) dal titolo "Fratture e posture del lavoro emergente. Le sfide inaggirabili per il sindacato prossimo venturo", seguito poi da Annalisa Murgia (Università di Trento) con una relazione dal titolo "Soggettività precarie tra ir-rappresentabilità e auto-rappresentazioni". Il workshop poi continua con la relazione di Alice Mattoni (European University Institute) "Andare oltre il sindacato? Le mobilitazioni dei lavoratori precari in Italia prima e dopo la crisi economica" e, infine, si chiude con l'intervento di Roberto Ciccarelli (Ricercatore freelance, Il Manifesto) dal titolo "L'assalto al ceto medio e la formazione del Quinto Stato". L'incontro sarà introdotto e moderato da Stefano Boffo che è il responsabile scientifico del Progetto F.A.R.O. (annualità 2010-2011) «Organizzazione e rappresentanza dei lavoratori atipici. Uno studio dei nuovi profili dell'occupazione atipica e delle forme emergenti di rappresentanza nelle attività esternalizzate dalla pubblica amministrazione», nell'ambito del quale si colloca l'iniziativa.

Locandina

domenica 20 luglio 2014

Crisi della rappresentanza e precarietà: azzardi teorici per interpretare il mutamento

Disponibile in rete il nuovo working paper della serie Working Papers FARO, numero 1 del 2014, il quarto dall'avvio della serie. Si tratta di un saggio di Gunter Bechtle e Marianna Colacicco dal titolo Crisi della rappresentanza e precarietà: azzardi teorici per interpretare il mutamento. Presentiamo il lavoro, riprendendo l'abstract del working paper:
«The aim of this article is to analyze different perspectives through which reading changes concerning the world of representation and social protection. The crisis of traditional modern society, its securities and the weakness of the premises of the “social pact”, increase the need to answer how the traditional institutions face new kind of problems about safeguard  of rights on job, precarisation of labor market and new working qualities. Inside this questions lies also the phenomenon of representation, meant anymore as social pact among subjects and Modern State, rather as contestation of former guaranties and construction of new nets of “self-construction”. The first part of this essay is an historical and theoretical re-construction since the birth of very first Social State, with all its social innovations and contradictions, till the crisis of fordism and the beginning of post-fordism, and the incoming of “financial capitalism”. The red line of this part concerns the hypothesis of reading the phenomenon of representation inside the social problem of precarisation, meant as an historical dimension not only closed to the last global capitalism bat to all the “valorization process” of development of capitalism. The second part instead is a possible key of lecture to analyze the arising forms of representation and the contestation of formers. It’s about individualization theory by the German sociologist Ulrich Beck, inside post-modern theories, which explains how the old pillars of modern society can live a “second modernization”, or “reflexive”, so to produce new answers to face risks of global society. Representation in this sense is social process, a construction by several actors and social subjects. What comes out from these pages is a frame of representation “very open” to a deep sociological reflection, including a multitude of elements coming from the past and news still to come out.»

giovedì 3 luglio 2014

Jobs Act: pensavo fosse un buon lavoro, invece è ancora flessibilità

di Francesco Pirone*

Il rilancio della domanda di lavoro è senza dubbio tra le priorità economiche e sociali del nostro paese. La crisi economica ha portato via, tra il 2008 e il 2013, un milione di posti di lavoro[1] . Sono poi peggiorate le condizioni di lavoro, con una sempre più ampia quota di persone, soprattutto di giovani alle prime esperienze professionali, impiegati con contratti atipici. Si fa sempre più diffusa l'esperienza drammatica dell'assenza di lavoro, ma anche quella della cattiva occupazione che espone ai rischi della precarietà e dell'insicurezza sociale.

Si può, per questo, concordare con le motivazioni del governo Renzi sull'urgenza di intervenire con misure per incentivare l'occupazione e combattere la precarietà. L'iniziativa legislativa di primavera, però, promossa a partire dal Decreto Poletti[2], non solo ha riguardato una parte molto limitata del più generale Jobs Act presentato a inizio anno dal segretario del PD, ma ha proposto delle misure che a una prima analisi non sembrano in grado di raggiungere gli obiettivi dichiarati di “aumentare le assunzioni a tempo indeterminato e, allo stesso tempo, scoraggiare il ricorso a forme di lavoro precario”, anzi vanno nella direzione opposta.

lunedì 9 giugno 2014

Lavorare non stanca?

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ospite di Repubblica delle Idee a Napoli, risponde alle domande di Roberto Mania in un incontro che - a me pare provocatoriamente - è stato titolato "Lavorare non stanca". Si discute sui primi provvedimenti adottati dal governo Renzi in materia di lavoro e sugli orientamenti futuri. Il video dell'iniziativa è disponibile in queste pagine di Repubblica Tv. La prospettiva del ministro di deregolamentare per ottenere maggiore occupazione, per quanto si è osservato negli anni passati, non pare essere la strada per ottenere più occupati e occupazioni migliori. Sui provvedimenti futuri, bisogna aspettare concretamente quali caratteri assumeranno i provvedimenti annunciati, visto lo scostamento che si rileva tra il jobs act di gennaio e le prime norme approvate in primavera.

lunedì 26 maggio 2014

Il sindacato nella crisi italiana

L'ultimo numero doppio di Democrazia e Diritto (n. 3-4, 2013), la rivista del Centro per la Riforma dello Stato edita da Franco Angeli contiene una parte monografica dedicata all'analisi del sindacato nella crisi italiana. Tra gli articoli c'è anche il contributo di Francesco Pirone ed Enrico Rebeggiani "La crisi delle funzioni di rappresentanza del sindacato:il caso dei precari nelle attività in outsourcing per gli enti locali" che si basa sui risultati della ricerca FARO, relativi al rapporto tra sindacati e lavoratori precari. D'altra parte il numero ospita interventi di autorevoli studiosi che, da diverse prospettive, affrontano il tema della trasformazione del sindacato in Italia. Si tratta di Riccardo Terzi, Fine del sociale?, Mimmo Carrieri, La stabile instabilità del sindacalismo italiano, Giacinto Militello, Come ha risposto e come può rispondere il sindacato alla crisi?, Giuseppe Allegri, Insubordinati: Quinto Stato e nuovo sindacalismo. Coalizioni sociali, nuove istituzioni e reddito di base, Mauro Fotia, Il sindacato come forza politica, Salvo Leonardi, Rappresentanza, organizzazione e democrazia. Modelli e politiche sindacali a confronto, Fabrizio Loreto, Il sindacalismo nell’Italia repubblicana: organizzazioni, politiche, culture, Paolo Borioni, Il sindacato nordico: caratteri storici e sfide attuali, Emiliano Ilardi, Lavoro e desiderio, e Ilaria Lani, Giovani e sindacalizzazione.