mercoledì 18 gennaio 2012

Teniamocelo stretto

La preoccupazione di avviare con buon abbrivio il lavoro di ricerca ci ha ovviamente distratto da quello che sta succedendo al nostro futuro di ricercatori, al disegno che il ministero sta dando al prossimo Prin, biennale stavolta. Da un articolo molto interessante comparso su Roars (Return on research) si apprende che il prossimo bando aumenta - di poco - la dotazione, ma prevede un complesso e costoso meccanismo di preselezione locale e soprattutto una drastica diminuzione dei gruppi di ricerca. Questo significa che la dotazione minima del finanziamento per ogni gruppo sarà altissima, tutta tesa a un'idea di ricerca forte, che dia risulatti concreti e subito. Cosa che in generale non è vera e che nel nostro settore significherà solo una forte divaricazione nella distribuzione della ricchezza di fondi e conseguentemente del potere accademico. Che progetto si può realisticamente fare nelle scienze sociali con 700 mila euro?

1 commento:

s.b. ha detto...

Hai perfettamente ragione: la situazione si va facendo difficilissima e con la scusa della razionalizzazione, avviene un processo di concentrazione delle risorse che ha a sua volta per effetto una folle concentrazione dei poteri e dei potentati accademici. E' un prcesso che si sta verificando anche in altri paesi, talvolta sotto forme diverse ( e.g. il merging di istituzioni universitarie, di dipartmenti ecc.): tutti processi che mirando ad una razionalizzazione/riduzione della spesa finiscono con il concentrare i poteri in poche mani.