sabato 23 febbraio 2013

Gratuità, precarietà e processi di soggettivazione nell'era della produzione digitale

Vi segnalo la Call for Papers della rivista Sociologia del Lavoro Confini e misure del lavoro emergente. Gratuità, precarietà e processi di soggettivazione nell'era della produzione digitale (numero monografico n. 1/2014). Sarebbe interessante porsi criticamente su quello che loro chiamano "il paradigma del lavoro gratuito", sopratutto per i paesi occidentali in questa fase di crisi.

Ecco il testo della Call for papers:
Il volume intende promuovere la discussione sul tema delle nuove forme del lavoro che, a differenza del lavoro industriale, coinvolgono interamente la vita degli individui, caratterizzandosi per il fatto che soggetto, emozioni, creatività, esperienze, comunicatività sono pienamente investiti e messi a valore - anche quando non sono formalmente remunerati. La soggettività di questi lavoratori/trici si dispiega e si disvela molte volte attraverso gli ambienti online.

mercoledì 20 febbraio 2013

Precários Inflexíveis

In Portogallo, già da qualche anno, si è organizzato un movimento contro la precarietà denominato "Precários Inflexíveis" che per molti aspetti - da quello che ho capito - ha origini e caratteri simili al nostro movimento "San Precario". Il movimento è fortemente radicato a Lisbona e sul tema vi segnalo l'articolo di Dora Fonseca (Università di Coimbra) dal titolo "Precarious but Inflexible: The Rise of a New Social Movement in Portugal", uscito in Global Dialogue (Volume 3, Issue 2, 2012) la newsletter per la International Sociological Association (ISA). Per chi legge il portoghese, consiglio anche della stessa autrice: "Precariedade laboral e a emergência de novos actores sociolaborais: os movimentos de trabalhadores precários em Portugal"

giovedì 14 febbraio 2013

Prossima riunione

La prossima riunione si terrà venerdì 22 febbraio alle ore 10:00 al terzo piano, stanza Morlicchio - Orientale Caputo.

lunedì 11 febbraio 2013

Comunicato dei lavoratori atipici Mondadori

comunicato stampa

Siamo 50 lavoratori atipici della casa editrice Mondadori e riteniamo essenziale portare all’attenzione generale quello che è il vero problema nella gestione del personale dell’azienda in cui lavoriamo, al di là delle pretestuose polemiche – non esenti da strumentalizzazioni politiche – circa l’assunzione di Giulia Ichino, persona il cui valore e la cui correttezza sono fuori discussione.
La questione vera è un’altra: da anni la casa editrice non assume più a tempo indeterminato e basa la sua poderosa produzione sul lavoro parasubordinato, ma illegalmente non riconosciuto come tale, di una schiera di lavoratori a progetto.
Un organico ombra, che assicura all’azienda la presenza quotidiana e la competenza per pubblicare i libri senza averne in cambio alcuna garanzia.
Non basta. Mondadori ha approfittato della recente legge Fornero, che restringe i parametri per la stipula di nuovi contratti a progetto, per precarizzare ulteriormente i lavoratori delle redazioni, imponendo loro di aprire la partita Iva o di prestare il proprio lavoro attraverso l’intermediazione di un’agenzia interinale.
A fronte di ciò, ci siamo uniti per proporre all’azienda una soluzione alternativa all’esternalizzazione selvaggia, che preveda la trasformazione delle collaborazioni autonome in rapporti di lavoro subordinato, anche rinunciando ad alcune delle prerogative di questi rapporti, e rispettando la necessità di evitare aumenti di costo e di rigidità per l’azienda. Tutti insieme e tutti d’accordo abbiamo chiesto anche una consulenza al professor Ichino, certamente uno dei massimi esperti in materia.
La nostra proposta è stata trasmessa all’azienda con una lettera raccomandata dello scorso 18 gennaio. Chiedevamo una risposta entro quindici giorni. Ebbene, quel termine è scaduto ma la risposta, finora, è stata solo un ferreo silenzio, mentre proseguono i contatti con i singoli per la firma dei nuovi contratti di esternalizzazione.

giovedì 7 febbraio 2013

Il nodo rappresentanza può unire la sinistra

"Stiamo sul pezzo!"... oggi su Il Manifesto è stato pubblicato un articolo di Antonio Sciotto dal titolo "Il nodo rappresentanza può unire la sinistra" che commenta l'intesa tra candidati di partiti che si presentano nelle coalizioni di sinistra (diciamo così...) sulla necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale. Va sottolineato che il tema della rappresentanza sindacale segna la distinzione tra le formazioni pro-labour e il resto dell'offerta politica - come è stato nel corso degli ultimi tre anni quando si parlava del caso Fiat e Pomigliano - e, più esplicitamente, una frattura difficilmente componibile tra "Italia. Bene comune" e "Scelta civica. Con Monti per l'Italia".

venerdì 1 febbraio 2013

A proposito di lavoro precario in USA

Nella due giorni seminariali a Roma abbiamo ascoltato tante cose, alcune di grande interesse, molte sollevavamo dubbi, domande e anche qualche perplessità, ma la formula organizzativa non ha consentito un confronto all'altezza degli spunti di discussione che di volta in volta emergevano. Tra le cose dette, ad esempio, se ricordo bene da parte dello stesso Guglielmo Meardi (ma vale anche per le cose dette da Pirro), si è sostenuto - semplifico - che per il contesto statunitense non ha molto senso parlare di lavoro precario. Al contrario, a mio parere anche nel contesto USA - nonostante le sue specificità - si tratta di un tema che ha assunto una cerca rilevanza proprio negli ultimi anni. A testimonianza di questa mia convinzione vi segnalo l'articolo "Precarious Work, Insecure Workers: Employment Relations in Transition" di Arne L. Kalleberg, pubblicato nell'American Sociological Review (vol. 74, n. 1, 2009, pp. 1-22) e che riprende il "2008 American Sociological Association (ASA) Presidential Address".