mercoledì 23 novembre 2011

Sofferenza urbana e partecipazione

Vando Borghi ci segnala un altro convegno, internazionale. Insieme a Lavinia Bifulco sta promuovendo una sessione all'interno del secondo Isa-Forum of Sociology dedicato a Social justice and democratization, che si terrà a Buenos Aires, Argentina, August 1-4, 2012.

Il call for papers è su:
Social justice and voice: Urban suffering between
transformations of the city and participation

lunedì 21 novembre 2011

Precarietà lavorativa e azione collettiva. Convegno


Le antropologhe Angela Giglia e Adelina Miranda, Adelina in particolare che è una nostra amica e collega, ci hanno invitato a prendere parte a una

Conferenza internazionale
ISSUES OF LEGITIMACY: Entrepreneurial Culture, Corporate Responsibility and Urban Development promossa dall’ IUAES (International Union of Anthropological and Ethnological Sciences)

Napoli 10-14 settembre 2012

Proposta per una sessione dal titolo

“Precarietà lavorativa, vincoli sociali e forme di azione collettiva”

Questa sessione si propone di approfondire alcuni spetti rilevanti dell’asse 4, Entrepreneurialism, Neo-Liberalism and Socio-Economic Policy. In modo particolare suggeriamo di analizzare come “la domanda neoliberale del mercato del lavoro, che diventata sempre più flessile, e la ristrutturazione globale producano incertezza e precarietà e non favoriscono uguali opportunità e una forma di crescita inclusiva di tutti i cittadini. Disgraziatamente, la conseguenza delle logiche neoliberali è che la trasformazione della vita e dei sistemi urbani creano disoccupazione, lavoro informale, ineguaglianza, povertà e criminalità”.

giovedì 10 novembre 2011

Le operazioni di campo

Ci siamo visti (Stefano e Enrico) e si è detto che: per la ricerca da avviare in Campania si può, in via del tutto presuntiva, ripartire le interviste in questo modo:

20 agricoltura
25 giovani urbani altamente scolarizzati
25 pendolari urbani di tutte le età e livelli di scolarizzazione

Accanto alle interviste sono opportune delle descrizioni della attività svolta. Quando possibile/opportuno integrare con storie di vita.
Quale oggetto? La rappresentanza, ovviamente, ma con l'idea di cogliere anche quanto sin qui non già esplorato. Ad esempio, limitandoci all'agricoltura, non soltanto (anche se importante) una ricognizione fra "gli ultimi" (immigrati africani chiamati solo al momento della raccolta e a condizioni di lavoro e salario infime) ma anche uno sguardo a quanti occupano posizioni livemente più "elevate", magari provenienti dall'est-Europa e con condizioni di lavoro più continuative o addirittura stabili e dunque con un diverso orizzonte di tutta e rappresentanza.

lunedì 7 novembre 2011

Lo sciopero di Nardò


I cassoni sono accatastati in un angolo, i lavoratori sono nell’altro. I cassoni sono vuoti. Nessuno raccoglie più il pomodoro. I lavoratori confabulano tra loro. A pochi metri di distanza, seduto su un cassone rovesciato come fosse un pascià, un caporale sbraita. Intima di muoversi, di tornare a lavorare, di non farsi venire strani grilli per la testa... Ma i raccoglitori non si muovono. Anzi, sì: due, tre di loro lo fanno. Si dirigono verso il pascià seduto e gli dicono che oggi no, oggi non lavora nessuno, incrociano le braccia. Sono stanchi di essere trattati come schiavi. Poi bloccano la strada...
Lo sciopero dei braccianti africani di Nardò, nel cuore del Salento, è iniziato così, una mattina di fine luglio. Le immagini me le ha fatte vedere qualche giorno dopo un bracciante che aveva filmato tutto, raccontandomi ciò che le immagini mostravano in un misto di italiano e francese. Per aver immortalato quei momenti con il suo cellulare l’uomo è stato pesantemente minacciato. Ti tagliamo la gola, gli hanno detto gli sgherri del caporale. Ti tagliamo la gola se le fai vedere in giro...
Ma lui se ne frega, dice fiero, mentre stoppa le immagini e ripone il cellulare nella tasca dei pantaloni. Ed è allora che ho capito che una gabbia mentale era ormai andata in frantumi.

Così inizia un articolo di Alessandro Leogrande sullo sciopero di Nardò; lo ha pubblicato Rassegna sindacale sul suo inserto culturale e qui si può leggere il resto. Leogrande ha pubblicato "Uomini e caporali", un libro di successo sulla condizione dei braccianti immigrati, soprattutto dai paesi dell'est, in Puglia.
In un commento da un'altra parte ci sono riferimenti alle Brigate di solidarietà attiva e al loro lavoro nel Mezzogiorno.