venerdì 7 ottobre 2011

La prima riunione e la sintesi dei progetti

Elena Del Giorgio ha tenuto questo verbale della prima riunione nazionale, a Roma.

Bozza di verbale della prima riunione e sintesi dei progetti

KICK-OFF MEETING (Roma - 7.10.2011)

Progetto Nazionale:
Nuovi soggetti del lavoro e forme di rappresentanza
Coordinatore scientifico: Enrico Pugliese

Progetti delle Unità dei Ricerca e Responsabili delle singole Unità:

Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Soggetti a scarso livello di organizzazione e istituzioni di rappresentanza
Responsabile Unità Enrico Pugliese

Università degli Studi di Milano – Statale
Lavoratori immigrati e sistema della rappresentanza:
inclusione organizzativa, forme di partecipazione, accesso ai benefici sociali
Responsabile unità: Maurizio Ambrosini

Università degli Studi di Napoli – Federico II
Forme di rappresentanza e potere di contrattazione in un'economia destrutturata: il caso Campania
Responsabile Unità Stefano Boffo

Università degli Studi di Milano – Bicocca
Giovani e deficit della rappresentanza: trasformazioni del lavoro e nuovi rischi sociali a Milano
Responsabile Unità: da Enzo Mingione

IRPPS-CNR
Nuovi soggetti del lavoro e forme di rappresentanza: il caso del Lazio
Responsabile Unità: Dante Sabatino

Le note preliminari che seguono sono indirizzate, oltre che ai responsabili e ai membri dei teams delle singole Unità presenti al kick-off meeting, anche alla Fondazione Feltrinelli che collaborerà in diverse forme con i gruppi di ricerca e svolgerà il ruolo di interfaccia per un progetto internazionale comparativo sullo stesso argomento attualmente in via di definizione.

Le note, in parte in forma di verbale, sono una piccola operazione di servizio offerta da Bianca Beccalli ed Elena Del Giorgio dell’unità di Unimi allo scopo di aiutare la memoria di ognuno e di sollecitare la riflessione avendo come prospettiva anche la definizione di progetto internazionale. Tutti i partecipanti sono invitati ad aggiungere ciò che è stato omesso o riflessioni sollecitate dalla riunione. Nei riquadri vengono riportati gli abstract dei singoli progetti tratti dal progetto originale.

BOZZA DI VERBALE – OSSERVAZIONI

Il kick off meeting inizia con un brindisi di compleanno a Maurizio Ambrosini che dedica la sua giornata al progetto PRIN ☺.
La riunione si apre con un intervento di Enrico Pugliese che riassume il carattere generale del progetto, parla delle singole unità e propone alcune riflessioni rispetto allo scenario internazionale (vedi nel riquadro abstract progetto nazionale)

Progetto Nazionale
Nuovi soggetti del lavoro e forme di rappresentanza
Coordinatore Scientifico: Enrico Pugliese


Partendo dalla considerazione del duplice processo per cui da una parte si registra una riduzione della densità sindacale, vale a dire della adesione dei lavoratori al sindacato (parzialmente compensata in un paese come l'Italia dalle massicce iscrizioni al sindacato dei pensionati) e dall'altro, dal crescente numero di persone (di lavoratori) che hanno difficoltà non solo a sentirsi ma anche a essere istituzionalmente rappresentati dal sindacato, il progetto di ricerca intende condurre l'analisi sui processi di mutamento che interessano i bisogni e la domanda di rappresentanza e le istituzioni medesime della rappresentanza. Detto in altri termini si tratta di focalizzare l'attenzione, da una parte sui cambiamenti nella struttura del mercato del lavoro e della occupazione e sui bisogni di rappresentanza che ne conseguono, dall'altro sui rapporti tra i nuovi soggetti presenti nel mercato del lavoro in Italia e le istituzioni di rappresentanza, in particolare i sindacati.
I soggetti interessati da questo tipo di analisi sono diversi ed eterogenei tra loro, anche se accomunati dall'essere collocati al di fuori del perimetro del lavoro standard: atipici, assunti con contratti a tempo determinato, soggetti collocati a cavallo tra il lavoro autonomo e il lavoro dipendente, tra lavoro regolare e lavoro nero, immigrati, giovani drop-out, lavoratori anziani espulsi dal mercato del lavoro, ma non ancora pensionati. La questione si pone a livello duplice: in primo luogo quello dei soggetti, in secondo luogo quello delle forme specifiche di rappresentanza. E' bene specificare che questi soggetti sono dei lavoratori. Così come è preferibile usare l'espressione generale “forme di rappresentanza”, tenendo conto di una duplice specificazione. Da una parte è vero che si tratta di rappresentanze di lavoratori, dall'altra parte però non si tratta di pura e semplice rappresentanza sindacale e anche quando trattasi di rappresentanza sindacale in senso stretto, i soggetti oggetto di indagine sono in generale sottorappresentati, mal rappresentati, non rappresentati o, comunque, non ancora rappresentati. Volendo specificare pertanto l'ambito disciplinare della ricerca, è chiaro che non si tratta dell'area delle relazioni industriali in senso stretto (fra l'altro soprattutto in questi casi sarebbe più opportuna l'espressione relazioni sindacali). Ciò perché la tradizione di studi analitici e di ricerche di campo nelle relazioni industriali- salvo alcune eccezioni - non ha studiato questi soggetti.
Per l'indagine di campo sono stati scelti i soggetti più rappresentativi delle realtà locali interessate. Ma allo scopo di una valorizzazione al massimo delle risorse si è operata una certa distribuzione dei compiti sulla base delle specifiche competenze e esperienze di ricerca dei diversi gruppi locali. Ad ogni modo, dal punto di vista del metodo e dei criteri di ricerca seguiti tutti i gruppi seguiranno lo stesso orientamento. Saranno cioè intervistati in primo luogo i soggetti prescelti attraverso lunghe interviste non strutturate con una base investigativa comune e con approfondimenti specifici per comprendere il fenomeno nei diversi contesti locali e altresì adeguati ai particolari soggetti interessati (giovani, immigrati, lavoratori precari anziani non pensionati). Una particolare attenzione verrà dedicata alle problematiche di genere (per cui in tutti i gruppi prescelti sarà garantita la presenza di una componente femminile con problematiche specifiche). I contenuti del questionario, autonomamente costruiti per diverse realtà si caratterizzeranno comunque per la individuazione di tematiche comuni a tutti i gruppi di soggetti non rappresentati, mal rappresentati o sottorappresentati. La principale tematica sarà quella della condizione rispetto al lavoro e della loro collocazione nei confronti delle forme di rappresentanza.

ENRICO PUGLIESE: ci sono paesi con una forte tradizione di rappresentanza e paesi senza: in vari paesi in via di sviluppo si registra una classe operaia emergente in cui i lavoratori restano ampiamente sottorappresentati. L’Argentina è un caso un po’ in between così come l’India, paesi ai quali abbiamo guardato per una possibile comparazione. In Italia scarsa tradizione di studi sulla rappresentanza sindacale. Beverly Silver come possibile riferimento.
Roma Sapienza farà lavoro trasversale e empiricamente meno pesante…studierà in maniera generale relazioni industriali. E’ necessario uno sforzo analitico sulla letteratura visto che in Italia scarsa letteratura sulle relazioni industriali da un punto di vista sociologico…

BIANCA BECCALLI: svolge alcune considerazioni generali raccontando la genesi del progetto e facendo riferimento al precedente progetto PRIN – COFIN i cui risultati sono stati raccolti nel volume a cura di Raimondo Catanzaro ed Asher Colombo dal titolo Badanti - Il Mulino. Rispetto al PRIN –COFIN precedente l’attuale progetto estende molto la tematica considerata sia per quanto riguarda i soggetti lavoratori sia per quanto riguarda la loro rappresentanza: allora i soggetti erano solo gli/le immigrati/e lavoratori/ici domestici/che ed allora la rappresentanza di questi ultimi era considerata poco, quasi esclusivamente nel capitolo finale. Nel PRIN attuale si registra dunque una dilatazione delle domande di ricerca che vanno ad includere più soggetti (non solo i/le lavoratori/ici immigrati/e nel lavoro domestico) e focalizzano sistematicamente l’attenzione sull’offerta di rappresentanza sindacale e non sindacale. I soggetti della domanda di rappresentanza sono dunque molteplici e l’offerta di rappresentanza non riguarda solo il terreno sindacale. Questi spostamenti , richiedono alcuni passaggi paralleli: dal punto di vista teorico Bianca suggerisce di raccogliere e analizzare la letteratura estera sulle relazioni industriali in chiave sociologica. In Italia, infatti, le RI appaiono chiuse alla prospettiva sociologica ma nella letteratura estera è possibile fare riferimento fonti importanti. Sul piano metodologico pone un’obiezione di metodo suggerendo una più sistematica distribuzione dei compiti e dei temi in modo da non avere unità che studiano gli stessi temi in maniera simile. Per parlare dell’origine dell’interesse di ricerca verso i soggetti da rappresentare e il sindacato ricorda la problematica già percorsa in Italia riguardante women and trade unions che in altri paesi è stata ampiamente studiata ma che in Italia è stata abbandonata a partire dal 2000 dimenticando la tradizione italiana: “in Italia tradizione inclusiva delle donne, sindacalismo italiano universalistico e non corporativo.” Suggerisce di guardare a questo aspetto in chiave comparata.

Segue l’esposizione della propria attività di ricerca da parte dei responsabili delle singole Unità. Gli appunti di Bianca e Elena erano piuttosto frammentati. Dopo i riquadri contenenti gli abstracts si è dunque scelto di lasciare spazio per presentazioni e rivisitazioni da parte dei teams da redarsi anche alla luce dei suggerimenti emersi durante il meeting. Questo potrebbe essere un buon modo per restare al corrente rispetto agli avanzamenti nei progetti delle singole unità.

Università degli Studi di Napoli – Federico II

Forme di rappresentanza e potere di contrattazione
in un'economia destrutturata: il caso Campania

Responsabile Unità Stefano Boffo

L'indagine proposta dall'unità locale intende procedere ad una esplorazione, tipizzazione e concettualizzazione delle condizioni di lavoro e delle forme di rappresentanza dei lavoratori non standard, con particolare riferimento a tre gruppi:
a) occupati precari giovani e con titolo di studio elevato,
b) lavoratori pendolari a lungo raggio
c) immigrati stranieri in agricoltura.
Per questo si è scelto come territorio di riferimento la Campania, regione in cui sta avvenendo un depauperamento complessivo della struttura sociale ed economica e una progressiva destrutturazione dell'economia. Alla possibilità di utilizzare il lavoro in modi e con forme contrattuali sempre più flessibili corrisponde una verticale caduta della capacità di rappresentanza da parte dei soggetti sindacali tradizionali ed una forte estensione di quello che si può definire un mercato più specificamente politico nel quale in gioco non è l'interesse generale della rappresentanza, ma piuttosto quello particolaristico di specifici e piccoli gruppi di lavoratori che assumono a riferimento qualche esponente politico locale. In una prima fase si ricostruiranno le caratteristiche del mercato del lavoro campano attraverso l'analisi dei dati istituzionali e con interviste ad osservatori privilegiati al fine di definire una mappatura delle diverse aree territoriali che compongono la regione in base alle concrete tematiche e caratteristiche delle tre tipologie di lavoro prescelte. Una seconda fase consisterà in un'inchiesta sulle condizioni di vita e di lavoro delle specifiche tipologie di lavoratori precari che sarà effettuata attraverso la raccolta di 150 interviste attraverso cui verranno studiati i percorsi di vita lavorativa per ricostruire i rapporti sul luogo di lavoro, come essi si rapportano a forme di identità collettive formali e informali, condizioni di insicurezza economica ecc. Sotto il profilo specifico della rappresentanza, scopo di questa attività è quello di mettere in luce se e come le esigenze di rappresentanza di questi settori di lavoratori siano soddisfatte, quali rapporti con altri attori diversi da quelli sindacali, ma attivi sul versante della rappresentanza e con le istituzioni politiche e infine quali sono i profili di eventuali forme improprie, originali e/o embrionali di accoglimento di quelle esigenze di rappresentanza ovvero come emergono livelli di rappresentanza politica e/o informale e come si strutturano le eventuali specificità di azione di queste organizzazioni.

STEFANO BOFFO: punto di partenza condizione particolare della Campania dal punto di vista dell’occupazione. Campania osservatorio interessante sia perché vi sono situazioni acute sotto il profilo occupazionale sia anche perché è un luogo dove anche i processi politici e quelli di rappresentanza hanno avuto dinamiche peculiari. Abbiamo pensato di analizzare tre gruppi: a) immigrati che lavorano nell’agricoltura; processi di ipersfruttamento con esplosioni di razzismo quindi non ci sono aree di sovrapposizione con Ambrosini e processo di immigrazione di cui si occupa lui. Però poi altri due soggetti che ci sembrano interessanti perché privi di tutela ma con alle volte con possibili forme di rappresentanza b) giovani urbanizzati con alto livello di istruzione c) pendolari a lungo raggio. Non sono sempre giovani. Sono delle realtà che hanno bisogno di essere analizzate anche sotto il profilo delle attività lavorative per poi capire le possibilità di rappresentanza o autorganizzazione. Quando abbiamo fatto la rimodulazione ci siamo detti che la sostanza del progetto non doveva essere modificata; quello che modificheremo sarà il numero di interviste e l’estensione.

Commenti:
BIANCA: caduta rappresentanza è perché sono nuovi i soggetti o perché cade rappresentanza in generale?
STEFANO: sono vere tutte e due (…)
ENRICO: in Campania crollo verticale della capacità di rappresentare da parte del sindacato dovuta al fatto che quota di lavoro standard è ridottissima. Sarebbe interessante almeno un’analisi secondaria su Rosarno.

Università degli Studi di Milano – Bicocca
Giovani e deficit della rappresentanza:
Trasformazioni del lavoro e nuovi rischi sociali a Milano
Reponsabile Unità: da Enzo Mingione
Il sistema occupazionale italiano è stato attraversato negli ultimi 15 anni da profonde trasformazioni che ne hanno mutato la fisionomia e hanno posto i giovani di fronte a condizioni e prospettive non comparabili con quelle che avevano caratterizzato l'inserimento e il consolidamento occupazionale dei loro genitori. Il progetto presentato dall'unità dell'Università di Milano-Bicocca si propone di studiare l'impatto di queste trasformazioni sulle prospettive dei giovani, con particolare attenzione al nesso tra precarizzazione del lavoro e cittadinanza sociale - intesa come l'insieme dei diritti, delle garanzie sociali, delle risorse progettuali che permettono di partecipare attivamente alla vita economica, sociale e politica - nel contesto di un welfare familista come quello italiano. Se le ricadute sulla dimensione economica e sociale della cittadinanza (dall'accesso alle prestazioni del welfare alle scelte famigliari, procreative, abitative; dall'adeguatezza dei livelli retributivi all'incertezza previdenziale) sono elementi acquisiti nel dibattito sulla flessibilizzazione del lavoro, meno esplorate sono le relazioni con l'indebolimento della partecipazione dei giovani lavoratori a organizzazioni di difesa dei loro interessi (sindacati, associazioni professionali, etc.) e, soprattutto, la loro lettura nel quadro delle caratteristiche del sistema di welfare italiano che aggancia le garanzie sociali alla stabilità della condizione occupazionale (matrice bismarkiana). Il cambiamento degli itinerari lavorativi dei giovani si è innestato su schemi di politiche di welfare che hanno conservato una marcata impronta familista in cui la famiglia di origine ha il compito di sostenere i giovani, indebolendone - in misura maggiore di quanto non avvenga nei paesi meno familisti - tanto l'autonomia progettuale quanto le capacità e opportunità di organizzarsi nella difesa dei propri interessi. Il quadro di vita dei giovani italiani appare oggi indebolito da una tensione tra, da una parte, dinamiche di mutamento di aspetti strutturali dell'organizzazione sociale (il lavoro, la famiglia, ecc.) e, dall'altra, aspetti della società molto più resistenti (le politiche di welfare, le “culture” del lavoro e della famiglia, ecc.). Questa tensione sembra frammentare l'universo giovanile in forme di appartenenza meno nette e stabili che in passato, in mancanza per di più di ideologie di massa che avevano consentito di organizzare gli interessi. Questo pone le organizzazioni di rappresentanza (sindacati, partiti, associazioni professionali e di categoria, ecc.) di fronte a sfide difficili proprio perché gli interessi individuali sono allo stesso tempo più eterogenei e meno codificabili e meno attivati dall'impatto molto diseguale della protezione delle famiglie di origine.
La ricerca che l'Unità di Milano-Bicocca si propone,di realizzare prevede una prima fase di ricostruzione del quadro generale nazionale, anche in una prospettiva comparata, delle specificità della condizione giovanile con riguardo alla condizione occupazionale, alla partecipazione e rappresentanza degli interessi, ai modelli di transizione alla vita adulta. A tale scopo si utilizzeranno le principali basi di dati nazionali (Istat-Forze Lavoro, Laboratorio Revelli-WHIP, IARD, Banca d'Italia-Bilanci delle famiglie italiane), e internazionali (Eurostat, EU-SILC, OECD).
La seconda fase della ricerca prevede un lavoro sul campo di tipo qualitativo (interviste in profondità e focus group) nell'area metropolitana di Milano. Le peculiarità dell'area milanese - vivacità economica, dinamica dei salari, diffusione di modelli di vita innovativi - si presta in modo particolare allo studio delle tensioni di mutamento e di resistenza accennate. L'obiettivo è quello di mettere in relazione le concrete condizioni lavorative con le scelte, le prospettive e le aspirazioni di autonomia dei giovani, evidenziando i fattori e i meccanismi, anche legati al particolare assetto del welfare, che le influenzano. Verranno, quindi, studiati i percorsi di vita, in particolare quelli lavorativi, le risorse e i vincoli, le aspirazioni e le rappresentazioni dei giovani lavoratori, al fine di delineare i bisogni individuali e sociali che i giovani occupati pongono al centro della loro vita e della possibile organizzazione della rappresentanza dei loro interessi.

ENZO MINGIONE: …

ELENA DEL GIORGIO: suggerisce di integrare meglio all’interno dei singoli progetti il livello teorico con quello metodologico: spesso tendenza a focalizzare l’attenzione sul piano teorico al livello macro che corrisponde però, dal punto di vista metodologico, a una ‘brusca discesa’ verso il livello micro (utilizzo di interviste, attenzione alla percezione e agli orizzonti degli attori). Una sistematica analisi del livello meso, entrando nelle organizzazioni e analizzando le relazioni tra attori collettivi, potrebbe consentire una più efficace armonizzazione tanto del disegno di ricerca interno delle singole unità (teoria e ricerca empirica) quanto dei singoli progetti tra di loro (che diventerebbero più facilmente comparabili avendo un filo rosso comune più marcato). Questo passaggio potrebbe favorire una distinzione analitica più chiara tra domanda e offerta di rappresentanza e un’analisi più ’scorrevole’ all’interno dei vari livelli in cui domanda e offerta si incontrano e strutturano.


IRPPS-CNR
Nuovi soggetti del lavoro e forme di rappresentanza: il caso del Lazio
Responsabile Unità: Dante Sabatino
L'unità locale IRPPS-CNR focalizzerà il proprio interesse sulla tematica della rappresentanza del lavoro precario, che costituisce un elemento di particolare importanza nel contesto regionale laziale, specie a seguito degli intensi fenomeni di trasformazione del mercato del lavoro che si sono registrati a cavallo tra il vecchio e nuovo millennio. A fronte di una tenuta occupazionale soprattutto nel settore pubblico la Regione ha fatto registrare un fenomeno di deindustrializzazione che ha determinato precarietà non solo tra i tradizionali soggetti deboli (giovani, occupati nella fascia secondaria del mercato del lavoro, immigrati, ecc.) ma anche tra i lavoratori dell'industria, tra gli operai con esperienza di lavoro alle spalle attualmente alle prese con difficoltà di reingresso nell' occupazione. Si tratta di fenomeni che sono andati accentuandosi negli ultimi anni - anche a seguito degli effetti della grave crisi finanziaria ed economica - e che, oltre a differenziare soggetti e modalità di erogazione del lavoro precario, è accompagnato da una crescente difficoltà da parte delle rappresentanze sindacali a dare voce adeguata a queste figure. Si tratta di una difficoltà che origina anche dalla velocità dei mutamenti che hanno investito il mercato del lavoro in questi ultimi anni, e che stanno interessando categorie di lavoratori tradizionalmente più fragili come i giovani con bassi livelli di scolarizzazione, le donne, i lavoratori anziani e gli immigrati. Saranno svolte interviste in diversi contesti, metropolitano, urbano ed extraurbano, su queste categorie di soggetti, investigando le traiettorie di lavoro e non lavoro da essi seguite. Particolare attenzione sarà dedicata agli older workers spesso in cassa integrazione, in mobilità o del tutto fuori dalle tutele sindacali standard e tuttavia non ancora titolari della protezione dei sindacati dei pensionati. Per gli immigrati, in coerenza con le unità locali di Napoli e Milano Statale, si analizzeranno le problematiche del lavoro e della stratificazione civica per i giovani, e si studieranno le situazioni specifiche delle situazioni di precarietà. L'obiettivo del progetto è quello, da un lato, di esaminare proprio il rapporto tra i mutamenti intervenuti nel mercato del lavoro del Lazio e le difficoltà delle organizzazione di rappresentanza locali di rapportarsi a queste categorie di lavoratori; dall'altro, di identificare possibili percorsi di tutela interni ed esterni al mercato del lavoro.

DANTE SABATINO: …



Università degli Studi di Milano – Statale
Immigrant Workers And The System Of Representation: Organizational Inclusion, Forms Of Partecipation, Admittance To Social Benefits
Responsabile unità: Maurizio Ambrosini

Nell'ambito del più generale discorso portato avanti dal progetto di ricerca sul deficit di rappresentanza che tocca soggetti a particolare rischio di marginalità ed esclusione sociale, l'Unità di Milano si focalizzerà sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati, sviluppando una riflessione sul rapporto tra immigrazione, rappresentanza, partecipazione e accesso ai benefici sociali. L'analisi si sviluppa a partire dalla constatazione dell'esclusione degli immigrati dalla rappresentanza, dai benefici sociali, dal pieno godimento dei diritti politici, nonostante un ruolo loro attivo sul mercato del lavoro e la loro partecipazione al finanziamento dei sistemi di welfare. Tale esclusione risulta ancora più rilevante nel caso delle donne migranti prevalentemente impiegate all'interno dell'economia informale, nel lavoro domestico o di cura. Ci si è quindi concentrati sullo studio di alcuni soggetti collettivi che, in contesti di pluralismo socio-politico, concorrono ai processi di formazione delle decisioni politiche relative alle condizioni degli immigrati (a livello di policy nazionali, regionali e locali), oppure si fanno carico della tutela delle persone che subiscono trattamenti ingiusti e discriminatori (nel caso ad esempio della tutela legale), o ancora forniscono servizi che il pubblico non può o (come nel caso dei lavoratori irregolari) non vuole fornire. Accanto a tali questioni si è scelto anche di studiare il livello e le modalità di inclusione di questi soggetti all'interno delle organizzazioni in questione e il livello di partecipazione attiva alla formazione delle scelte strategiche nonchè il ruolo svolto dagli immigrati come esponenti di tali organizzazioni nella più ampia sfera sociale. Gli attori collettivi su cui indirizzare la nostra attenzione conoscitiva sono stati individuati nelle organizzazioni sindacali e del terzo settore. Il criterio di scelta di tali organizzazioni è quello della rappresentatività e del livello di azione nel campo della difesa/tutela dei lavoratori e delle lavoratrici migranti. La metodologia empirica, di tipo prettamente qualitativa, include lo studio etnografico di quattro organizzazioni sindacali e del terzo settore, interviste in profondità con attori chiave (immigrati e non) e l'analisi di eventi significativi emersi nel corso di una prima fase di indagine.

MAURIZIO AMBROSINI: …

Dibattito su tutela confederale o settoriale

Università di Roma – Sapienza
Soggetti a scarso livello di organizzazione e istituzioni di rappresentanza
Responsabile Unità Enrico Pugliese

L'unità di ricerca di Roma “La Sapienza” si occuperà dello studio delle istituzioni e degli attori coinvolti nella rappresentanza dei lavoratori non standard. I vecchi modelli di contrattazione collettiva, sviluppati nell'era Fordista, sembrano non esse più in grado di fronteggiare i nuovi cambiamenti emergenti. La crisi dei sindacati confederali e la generale perdita di iscritti in molti paesi avanzati, Italia inclusa, sono temi attuali di cruciale importanza, per comprendere se stiano emergendo nuove forme organizzative di rappresentanza sindacale.
Inoltre, poichè l'efficacia delle organizzazioni è condizionata dalla loro capacità di ottenere riconoscimento e legittimazione, i sindacati tradizionali hanno iniziato ad affrontare il problema di come identidficare gli interessi dei lavoratori non standard, generalmente trascurati in passato, come ad esempio le donne, gli immigrati e i lavoratori marginali rispetto alle forme di occupazione standard, adottando nuovi metodi di rappresentanza e recrutamento e cercando nuove alleanze con altri soggetti collettivi. Lo scopo di questa ricerca è comprendere come le nuove forme di rappresentanza e negoziazione, stanno organizzando lavoratori non standard, adottando nuove modalità e di rappresentanza e nuocvi contenuti, relative non solo al salario e alle condizioni di lavoro, ma anche alla protezione sociale.


ENRICO PUGLIESE: …

OSSERVAZIONI E PROSPETTIVE
I singoli team concentreranno l’attenzione su tematiche e fenomeni diversi (es. immigrazione a Unimi, precarietà a Bicocca etc.) scelti sulla base delle specificità territoriali e di contesto delle regioni o delle città nelle quali opereranno. Durante la riunione è emersa la necessità di evitare la sovrapposizione degli oggetti di studio così come quella di favorire una maggiore omogeneità tra i singoli progetti sia dal punto di vista teorico che metodologico. Le domande di ricerca, in particolare, appaiono non sempre uniformi in particolare per quanto riguarda la scelta di trattare domanda e/o offerta di rappresentanza e le relative metodologie utilizzate.

Per quanto riguarda il modo di procedere:

MAURIZIO AMBROSINI: (…) suggerisce di organizzare due seminari importanti uno all’inizio e uno alla fine del progetto (ipotesi di invito a Beverly Silver per un primo seminario). Invece per seminari brevi possiamo fare rete con i dottorati e poi girare inviti agli altri che vengono se possono. Quindi ogni sede locale fa qualche ‘piccolo’ seminario in modo da massimizzare sinergie tra nostro progetto e attività che ogni singola sede porta avanti.

STEFANO BOFFO: ha segnalato le difficoltà logistiche derivanti dai cambiamenti nelle normative “a Napoli non possiamo spendere per cose che non siano inventariabili quindi anche avendo i fondi non possiamo pagare missioni”.

Se può essere utile possiamo usare queste note anche per scambiare dubbi, idee etc relativi alle problematiche organizzative, burocratiche e logistiche.

Al termine della riunione si è parlato anche della prospettiva di dar vita a un progetto internazionale modulare più o meno grande basato su analisi dei dati/ricerca empirica o su una preliminare rilettura della letteratura esistente. Per quanto riguarda i finanziamenti esistono alcune possibilità da vagliare:

- Sindacati europei
- Fondazioni internazionali
- Fondazioni italiane (es. UniCredit ha mostrato interesse nell’analisi del tema dell’immigrazione nei paesi all’interno dei quali è presente come banca)
- Progetti europei SICA Specific International Cooperation Actions






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